Church

Oratorio di Sant'Antonio Abate

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Alberto
April 2, 2019
Posto frontemare a fianco della chiesa di San Salvatore, l'oratorio di Sant'Antonio Abate risale al primo decennio del XVII secolo; fu edificato come sede della "casaccia" (confraternita) omonima , e si arricchì (soprattutto nel Seicento) di un'importante quadreria, oggi in gran parte dispersa. Soppresso durante il periodo napoleonico, fu riaperto al culto nel 1816; nel 1828 subì un profondo restauro, sotto la guida di Carlo Barabino (autore del progetto) e con la collaborazione dello scultore Ignazio Peschiera. L'interno - pur senza poter più vantare il corredo artistico di un tempo - conserva ancora alcuni pezzi notevoli: una tavola coi "Santi Antonio e Paolo eremita" dovuta a Luca Cambiaso; il "Cristo Bianco" (1710), una tra le opere più significative di Anton Maria Maragliano; "San Giacomo Maggiore che abbatte i Mori", cassa processionale attribuita a Pasquale Navone; e il "Cristo Moro", crocifisso processionale di Domenico Bissoni (1639), assai popolare un tempo tra i Genovesi per la preziosità dei materiali di cui è composto (legni pregiati per la scultura del Cristo, rivestimento di tartaruga con decorazioni in oro e argento per la croce). Il "Cristo Moro" e la cassa del Navone non fanno parte del patrimonio storico di Sant'Antonio Abate, ma provengono dall'oratorio di San Giacomo delle Fucine, demolito nel 1872 per il tracciamento di via Roma.
Posto frontemare a fianco della chiesa di San Salvatore, l'oratorio di Sant'Antonio Abate risale al primo decennio del XVII secolo; fu edificato come sede della "casaccia" (confraternita) omonima , e si arricchì (soprattutto nel Seicento) di un'importante quadreria, oggi in gran parte dispersa. Sopp…

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